[…] ὅτι τὴν Ἰταλίαν φασὶν οἰκῆσαι ἔθνη πάμπολλα καὶ ὅσα οὐκ ἄλλην γῆν. τὸ δὲ αἴτιον, διὰ τὴν τῶν ὡρῶν εὐκρασίαν καὶ τὴν τῆς χώρας ἀρετὴν καὶ τὸ ἔνυδρον αὐτῆς καὶ τὸ πάμφορον καὶ τὸ εὔβοτον καὶ ὅτι ποταμοῖς ἐστι κατάρρυτος καὶ ὅτι θάλαττα ἀγαθὴ παράκειται αὐτῇ ὅρμοις πανταχόθεν διειλημμένη καὶ καταγωγαῖς ἀφθόνοις καὶ κατάρσεσιν. ἀλλὰ καὶ τὸ τῶν οἰκητόρων ἥμερον καὶ πρᾶον ἐπῆρε πολλοὺς ἐς τὴν μετοίκησιν. (Ael. VH 9.16)
Si dice che moltissimi popoli abbiano abitato l’Italia, quanti non ebbe mai altra terra. La ragione è il clima ben temperato delle stagioni, e la qualità della terra, la sua ricchezza di acque e di prodotti e di alimenti, e il fatto che sia irrigata da fiumi, e il bel mare che la bagna, dovunque fornito di ormeggi e di infiniti punti adatti allo sbarco e all’approdo, ma anche il carattere mite e tranquillo degli abitanti spinse molti a trasferirvisi.
Ultimo aggiornamento
05.10.2023