Il falisco è una varietà indoeuropea inserita nel raggruppamento italico, che mostra una grande affinità col latino, differenziandosi invece dal gruppo sabellico. La posizione linguistica del falisco è stata dibattuta a lungo proprio in relazione al rapporto col latino. Tra le varie ipotesi il falisco è stato considerato: autonomo rispetto al latino e alle lingue sabelliche; autonomo entro il filone latino; una varietà latina.
Trattandosi di una lingua di frammentaria attestazione è possibile darne esclusivamente una descrizione grammaticale parziale, che però rende difficoltoso un inquadramento dialettale preciso. Si può, tuttavia, confermare l’affinità col latino grazie ad alcune spie di carattere grammaticale come: la condivisione degli accusativi in -d dei pronomi personali falisci med/met ‘me’ e latino mēd > mē ‘me’ di contro al paleosabellico míom ‘me’, il morfema di futuro *-bhuH2-e/o- (fal. *-fe/o-, es. carefo ‘starò senza’, lat. *-be/o-, es. carēbo ‘starò senza) rispetto al sabellico *-(e)s- (es. osco didest ‘darà’), l’estensione delle desinenze pronominali di nominativo plurale *-ai e *-oi ai temi della declinazione nominale dei temi in -ā- e -o- (es. fal. sociai ‘socie’ e lat. datai > datae ‘date’) rispetto alle varietà sabelliche che preservano le desinenze originarie *-ās e *-ōs (es. osco aasas ‘altari’).
Le circa 300 iscrizioni che attestano la lingua provengono dal Lazio, pressoché esclusivamente dall’agro falisco, compreso tra la riva destra del Tevere e i monti Cimini e Sabatini. L’alfabeto utilizzato è una varietà locale risultato dell’evoluzione di un alfabeto di matrice etrusca meridionale.
Il popolo falisco, noto fin dall’antichità, con l’etnonimo di Falisci/Φαλίσκοι ‘Falisci’, era circondato da popolazioni etrusche e sabelliche e spesso è confuso dalle fonti antiche con queste.
Oltre la metà delle iscrizioni falische è stata rinvenuta a Falerii Veteres il centro più importante della civiltà falisca, che fu distrutto nel 241 a.C. dai Romani, probabilmente in seguito a un’insurrezione, mentre le iscrizioni restanti provengono da Falerii Novi, il centro costruito nelle vicinanze del precedente, e dagli altri insediamenti nell’agro falisco settentrionale e meridionale.
La documentazione falisca è usualmente ripartita in tre periodi: paleofalisco, mediofalisco e neofalisco.
Se il neofalisco inizia convenzionalmente a partire dalla costruzione di Falerii Novi nel 241, per la distinzione degli altri due periodi non si hanno dati cronologici certi. Si riconduce al paleofalisco un piccolo corpus di iscrizioni di carattere simposiale molto antiche, verosimilmente di VII secolo a.C., mentre il mediofalisco è datato a cavallo di questi due periodi tra il V/IV secolo a.C. e il 241 a.C.
Il corpus documentario include prevalentemente iscrizioni di ambito privato, nella fattispecie funerarie, di possesso, di dedica e firme d’artefice.
Bibliografia
- Giacomelli, G. 1963. La lingua falisca, Firenze: Olschki.
- Bakkum, G. C. L. M. 2009. The Latin Dialect of the Ager Faliscus, Amsterdam: Amsterdam University Press.
- Rigobianco, L. 2019. Faliscan. Language, Writing, Epigraphy. Aelaw Booklet 7. Zaragoza: Prensas de la Universidad de Zaragoza.
- Rigobianco, L. 2020. «Falisco», Palaeohispanica 20: 299-333.
Ultimo aggiornamento
10.04.2021